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sabato, 27 Luglio, 2024.
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“Rap. Una Storia italiana”, un libro per capire come il rap sia arrivato al grande pubblico

In Italia, la musica rap e ancora più quella trap, continua a non essere ben vista da una grossa fetta di persone che liquida il fenomeno con un «non lo capisco» oppure un «passerà». Invece, più che passare di moda, il rap negli ultimi anni è arrivato al grande pubblico. E anziché liquidarlo fermandosi ai cliché, sarebbe forse più interessante provare a capirlo. I volenterosi (oltre che ovviamente gli appassionati) possono affidarsi al manuale scritto da una guru del settore, «Rap una storia italiana» di Paola Zukar, che di recente è tornato nelle librerie in una nuova versione aggiornata.

rrrrrrrEdito da Baldini+Castoldi, uscito originariamente nel 2016, il volume inizialmente ripercorreva 10 anni di boom del rap in Italia, partendo dalle origini dell’hip hop nel nostro Paese e passando in rassegna i principali protagonisti. La nuova edizione arriva invece fino ai nostri giorni, al dilagare della trap con la «triade magica» Charlie Charles, Ghali, Sfera Ebbasta, e all’affermarsi, finalmente, di alcune protagoniste femminili (come Madame e il suo exploit sanremese)

Genovese, classe 1968, Zukar parte dalla sua scoperta del rap all’inizio degli anni 80, una folgorazione che paragona a un rapimento alieno, in un periodo in cui, ricorda, «l’immaginario rap in Italia non esisteva». I numerosi viaggi negli Stati Uniti, dove la cultura hip hop è nata, e le prime esperienze lavorative nelle fanzine sono poi sfociati nel suo lavoro alla Universal, dove ha contribuito a far nascere una scena ormai diventata gigantesca, e nell’apertura della prima agenzia di management dedicata esclusivamente al rap, la Big Picture Management: ai tempi poteva sembrare un azzardo, oggi, alla luce dei numeri e delle classifiche, un’intuizione.

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